Lorca, 13 ottobre 2025 – Un nuovo capitolo di violenza e intrecci criminali scuote il sud della Spagna: Giuliano Velo, ex esponente della Mala del Brenta, è stato ritrovato morto il 7 ottobre nella zona periferica di El Cantal, a Lorca. Il ritrovamento è stato effettuato dalla Guardia Civil, che ha immediatamente aperto un’inchiesta per omicidio. Accanto a Velo, a soli 15 chilometri di distanza, è stato scoperto un secondo corpo, un cittadino marocchino con precedenti per traffico di droga, nascosto nel bagagliaio di una Peugeot bianca, anch’esso crivellato da colpi di arma da fuoco. Le autorità spagnole ipotizzano un regolamento di conti nel narcotraffico, collegando i due delitti.
Giuliano Velo e la Mala del Brenta: un passato criminale di rilievo
Nato a Fontaniva, in provincia di Padova, Velo si era trasferito in Spagna dagli anni Novanta, dove aveva avviato una vita apparentemente riservata, dedicandosi alla coltivazione del mango. Tuttavia, il suo nome era noto alle forze dell’ordine per i profondi legami con la Mala del Brenta, organizzazione criminale veneta attiva dagli anni ’70, nota per traffico di droga, estorsioni e attività mafiose di varia natura.
Nel 2011 Velo era stato arrestato nell’ambito di un’operazione che portò al sequestro di 2.600 chili di marijuana, una delle più ingenti operazioni antidroga nella regione di Águilas. Condannato a otto anni, scontò sei anni di carcere. Nel 2017 è stato coinvolto nelle indagini sull’omicidio di Giuseppe Nirta, importante boss della ‘ndrangheta assassinato nel sud della Spagna, ma venne poi scagionato. Gli ultimi guai giudiziari risalgono al 2024, quando è stato indagato per la promozione di una rete dedita alla costruzione di imbarcazioni per il trasporto di hashish.
La Mala del Brenta, fondata da Felice Maniero negli anni Settanta, ha avuto un ruolo chiave nella criminalità organizzata veneta, con un modello simile a quello di Cosa Nostra e Camorra, ma con una struttura più violenta e ramificata. Dopo la cattura e il pentimento di Maniero negli anni Novanta, l’organizzazione aveva subito un duro colpo, ma è riemersa nella forma della Nuova Mala del Brenta, con attività illecite che spaziano dal traffico di droga al riciclaggio di denaro, con ramificazioni in Italia nord-orientale e in diverse aree europee, inclusa la Spagna.
Il contesto del narcotraffico e le connessioni criminali
Le indagini della Guardia Civil si concentrano ora sull’ipotesi che l’omicidio di Velo e del cittadino marocchino siano riconducibili a un conflitto interno al narcotraffico. La presenza di due vittime con ferite da arma da fuoco e la vicinanza temporale e geografica dei ritrovamenti suggeriscono una strategia di eliminazione di figure di rilievo o “scagnozzi” coinvolti nel controllo del traffico di sostanze stupefacenti nella regione. Gli investigatori stanno approfondendo i collegamenti tra le reti criminali operanti tra il Veneto, l’Andalusia e il Nord Africa, confermati anche dai canali di cooperazione di Europol.
La figura di Velo emerge così come un nodo cruciale nel complesso intreccio tra la criminalità organizzata italiana e le sue diramazioni internazionali, in particolare nel settore del narcotraffico, che continua a generare violenza anche oltre i confini nazionali. Le autorità italiane e spagnole collaborano strettamente per fare luce sulla vicenda, che riporta alla ribalta la pericolosità e la resilienza delle organizzazioni mafiose di stampo veneto e calabrese, come evidenziato anche dal recente passato di Giuseppe Nirta, boss della ‘ndrangheta, assassinato nel 2023 in Italia dopo una lunga latitanza e coinvolgimento in faide sanguinose.