Dalla lista perfetta ai sacchetti sottovuoto, fino al metodo “a cipolla”: così gli italiani preparano i bagagli tra ordine, caos e superstizioni da viaggio.
C’è chi parte con la lista scritta giorni prima e chi infila tutto all’ultimo secondo. La sfida delle valigie è uno dei momenti più caotici — e rivelatori — di ogni viaggio. Secondo un sondaggio eDreams condotto su 9.000 viaggiatori (di cui 1.000 italiani), fare i bagagli è quasi un rito collettivo, in cui abitudini, strategie e piccoli errori raccontano molto della personalità di ciascuno.
In Italia la maggior parte si dichiara pianificatrice: il 43% prepara una lista dettagliata e la segue scrupolosamente, mentre solo il 25% ammette di lasciarsi guidare dall’ispirazione del momento. C’è anche una parte di viaggiatori minimalisti — circa uno su quattro — che riesce a partire con lo stretto necessario, senza eccessi né ripensamenti.
Strategie salvaspazio e trucchi “made in Italy”
Il sondaggio mostra che l’ingegno non manca. Un italiano su due (51%) arrotola i vestiti per ridurre il volume del bagaglio, un’abitudine ormai diventata un classico. Il 21% preferisce i sacchetti sottovuoto, mentre il 20% adotta il metodo del “vestirsi a cipolla”, indossando i capi più pesanti durante il viaggio per risparmiare spazio e peso.

I packing cube, ossia i piccoli contenitori divisori, sono tra i segreti più apprezzati dai viaggiatori esperti: permettono di mantenere ordine e comprimere delicatamente gli abiti. Un altro trucco popolare è riempire scarpe e cappelli con oggetti più piccoli come calzini, caricabatterie o biancheria. Non solo per risparmiare spazio, ma anche per evitare che gli accessori si deformino.
E poi ci sono gli irriducibili perfezionisti che trasformano la valigia in un puzzle perfetto: infilano un capo dentro l’altro, posizionano gli indumenti più delicati tra strati protettivi e riescono a trovare spazio persino per i souvenir del ritorno.
Gli errori più comuni (che tutti abbiamo fatto almeno una volta)
Nessuno è immune da qualche errore di valutazione. Il 30% degli italiani ammette di riempire la valigia fino all’orlo, mentre il 25% dichiara di lasciare spazio libero per eventuali acquisti durante il viaggio. Ma la tendenza più diffusa resta quella di portare “cose per ogni evenienza”: vestiti mai usati, scarpe di troppo e accessori superflui.
Tra i 25 e i 34 anni, il 41% dei viaggiatori confessa di cadere in questa trappola. La soluzione, secondo gli esperti di eDreams, è semplice: pianificare gli outfit in modo realistico. Seguendo la regola del 5-4-3-2-1 si può gestire un’intera settimana con pochi capi ben scelti: cinque maglie, quattro pantaloni, tre accessori o paia di scarpe, due costumi o capi sportivi e un solo outfit elegante.
Altro errore frequente: dimenticare di controllare il meteo. Partire con abiti inadatti al clima della destinazione è un classico. Anche mettere in valigia capi troppo voluminosi può rivelarsi controproducente: meglio optare per strati leggeri e versatili, come pile sottili o giacche ripiegabili.
Infine, un promemoria utile per chi viaggia con il solo bagaglio a mano: i liquidi oltre 100 ml restano vietati. Meglio scegliere toelettici solidi o acquistare i prodotti all’arrivo.
Tecnologie e abitudini digitali per un viaggio senza stress
Nel 2025, il viaggiatore moderno non si affida più solo alla lista cartacea: la checklist digitale è ormai una consuetudine. Applicazioni come Google Keep, Todoist o Note del telefono permettono di salvare, modificare e riutilizzare le liste per ogni viaggio.
Molti scelgono anche di digitalizzare documenti e biglietti, salvandoli su smartphone o cloud. Avere copie digitali di passaporto, carta d’identità e prenotazioni è un’abitudine che può evitare disagi in caso di smarrimento.
Le mappe offline restano un’ancora di salvezza per chi si muove all’estero: scaricare le aree in anticipo su Google Mapso Maps.me consente di orientarsi anche senza connessione. E non mancano le app di traduzione o quelle dedicate alle compagnie aeree, che permettono di gestire check-in, carte d’imbarco e ritardi in tempo reale.
Un altro consiglio sempreverde: lasciare spazio per i souvenir o portare con sé una borsa pieghevole. Il 12% degli italiani ammette di comprare una valigia extra al duty-free per riportare a casa tutto ciò che non entra nel bagaglio principale.
Preparare i bagagli è un’arte (e una forma di autoterapia)
Fare la valigia non è solo logistica: è un piccolo rituale psicologico. Secondo eDreams, il 63% degli italiani inizia a prepararla qualche giorno prima, per ridurre lo stress e non dimenticare nulla. Il resto preferisce l’adrenalina dell’ultimo minuto, anche se il rischio di dimenticare qualcosa resta alto.
Che tu appartenga al team delle liste perfette o a quello degli improvvisatori cronici, una cosa è certa: la valigia racconta più di quanto sembri. È lo specchio del nostro modo di viaggiare, del nostro carattere e, in fondo, del nostro bisogno di sentirci pronti per l’avventura.