Dentro la villa confiscata a Galan: tra bellezza ferita e progetti di rinascita

Villa Rodella

Riapre al publico a Padova Villa Rodella-battisteropadova.it

Lorenzo Fogli

Ottobre 22, 2025

Dopo anni di silenzio, la storica villa di Cinto Euganeo torna a vivere: un progetto di rinascita culturale, arte e memoria.

Gli adesivi di cinque piccoli labrador sulla porta, le pareti a righe rosa e bianche, il bagno dai toni pastello. Ogni dettaglio racconta la vita che un tempo animava Villa Rodella, la dimora che fu di Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto.

Oggi la casa è spoglia, ma conserva un fascino intatto: quel rosa antico che risplende al sole, i cipressi eleganti che la circondano e l’aria sospesa che ricorda i fasti del passato. A Cinto Euganeo, nel cuore dei Colli Euganei, la villa torna a vivere dopo anni di abbandono e silenzio.

La riapertura e i nuovi progetti

Domenica, Villa Rodella aprirà finalmente i suoi cancelli al pubblico. Non una grande inaugurazione, ma un momento di incontro. «Non è una vera apertura – spiega Beatrice Damiani, socia della Fondazione Essenziale, che ha ottenuto la gestione per 45 anni dopo aver vinto il bando del Demanio – è più un invito al territorio per conoscerci. Vogliamo raccontare i nostri progetti e ascoltare le persone».

Villa Padovana
Villa Padovana-battisteropadova.it

L’obiettivo è ambizioso: restituire la villa al territorio e trasformarla in un centro culturale vivo, dedicato ad arte, formazione, sociale ed eventi. Nei piani della fondazione ci sono laboratori per le scuole, mostre, cinema all’aperto e spazi di co-housing, in un’ottica di condivisione e rinascita. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti – spiega Beatrice – vogliamo che Villa Rodella torni a essere un luogo di incontro, non un monumento chiuso nel tempo».

Gli operatori hanno trascorso le ultime giornate a ripulire ogni stanza, sistemare dettagli, portare sedie e attrezzature. Niente sfarzi, niente lusso ostentato: solo la volontà di ridare vita a un luogo che ha visto scorrere la storia, nel bene e nel male.

Una villa tra storia, bellezza e scandali

Villa Rodella sorge lungo la strada che collega Cinto Euganeo a Lozzo Atestino, con la facciata rivolta verso il Vicentino. Le sue origini risalgono al tardo Cinquecento, quando fu costruita per la famiglia Pasqualigo. In seguito passò ai Pasinetti, poi ai Rodella, famiglia che ne fece una residenza letteraria per la figlia scrittrice Silvia Rodella.

Dopo un periodo di abbandono, nel 2004 la villa fu acquistata da Giancarlo Galan, allora potente presidente della Regione Veneto. Nel 2006 la casa divenne il simbolo dei suoi fasti: feste, ricevimenti, un parco curato con un roseto che, raccontava orgoglioso, «curava personalmente». Ma pochi anni dopo, con le inchieste giudiziarie e il patteggiamento a due anni e dieci mesi per corruzione, quella stessa villa divenne il simbolo della caduta.

Nel 2016 la dimora, dal valore stimato di 2,6 milioni di euro, fu confiscata dallo Stato. Da allora, il silenzio. Solo qualche furto di grondaie, qualche incursione vandalica e l’inevitabile deterioramento del tempo. Ma oggi, a distanza di anni, Villa Rodella rinasce.

Gli interni e il parco: un’eleganza ferita ma viva

Chi varca il cancello resta colpito dal contrasto tra decadenza e bellezza. Il pavimento in terrazzo veneziano rosa e bianco, decorato da motivi floreali, è ancora perfetto. I trompe l’oeil alle pareti sopravvivono, testimoni silenziosi di un’epoca di splendore. Al piano superiore si trova la stanza padronale, un ambiente di 70 metri quadri con vasca idromassaggio, cabina armadio e soffitti alti, simbolo del lusso di un tempo. Accanto, le due camere a righe rosa e blu, forse pensate per i figli che non arrivarono mai.

Il parco di Villa Rodella è un piccolo mondo a parte: un grande prato circondato da alberi secolari, i resti del vecchio roseto di Galan e sentieri che si perdono nel verde. Un tempo ospitava feste e ricevimenti, oggi diventerà lo scenario di concerti, proiezioni ed eventi culturali.

Certo, il lavoro da fare è tanto: infiltrazioni, pareti da restaurare, danni da anni di incuria. Ma chi ci lavora oggi non si scoraggia. «Ogni volta che la guardo penso che forse abbiamo fatto il passo più lungo della gamba – racconta Beatrice – ma poi mi dico che vale la pena provarci. Villa Rodella è troppo bella per restare ferma».

Il simbolo di una rinascita collettiva

La riapertura di Villa Rodella non è solo il recupero di un edificio storico, ma anche un messaggio forte per la comunità. È la dimostrazione che un bene confiscato può tornare a vivere, trasformandosi in un luogo di cultura e partecipazione.

Il progetto della Fondazione Essenziale punta a coinvolgere il territorio, a creare connessioni tra arte, educazione e inclusione sociale. Un nuovo modo di intendere il patrimonio, non come qualcosa da conservare in silenzio, ma come spazio condiviso di crescita e memoria.

In fondo, Villa Rodella è un po’ come una vecchia signora elegante, che ha visto il tempo passare ma non ha perso la sua grazia. Oggi, spolverata e rinata, torna a guardare il mondo con occhi nuovi. E la sua storia, fatta di luce e ombra, diventa un invito a non dimenticare.