Padova, 24 ottobre 2025 – Ancora un arresto per spaccio di sostanze stupefacenti nel cuore di Padova, precisamente all’Isola Memmia, area centrale e simbolica del capoluogo veneto. La Polizia di Stato ha fermato un giovane egiziano di 25 anni, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio, trovandolo in possesso di cocaina e denaro contante. L’episodio conferma la costante attenzione delle forze dell’ordine nel contrasto al fenomeno dello spaccio, particolarmente presente nel centro cittadino.
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Nuovo arresto all’Isola Memmia: dettagli dell’operazione
Il 22 ottobre scorso, poco prima delle 18, gli agenti della sezione “Volanti” della Questura di Padova hanno notato un individuo sospetto all’interno dell’Isola Memmia, un’isola artificiale situata al centro di Prato della Valle, una delle piazze più grandi e rappresentative di Padova. Alla vista della Polizia, il 25enne straniero ha tentato di fuggire in bicicletta, ma è stato prontamente fermato dai poliziotti.
Durante il controllo, il giovane si è mostrato nervoso e, nonostante inizialmente abbia negato di possedere alcunché, gli agenti hanno proceduto a una perquisizione. Sono stati rinvenuti due involucri contenenti un totale di 16,36 grammi di cocaina divisi in venti dosi, pronte per la vendita, e 740 euro in contanti in banconote di piccolo taglio, probabile provento dell’attività di spaccio.
Il giovane, richiedente asilo, è stato accompagnato in Questura per gli approfondimenti del caso. Non si tratta del primo arresto per lui: solo pochi mesi fa, in luglio, era stato fermato dalla Squadra Mobile per detenzione e spaccio di cocaina e hashish, con successivo collocamento al Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Gradisca d’Isonzo. Ad agosto, un nuovo arresto sempre per spaccio lo aveva portato al CPR di Potenza – Palazzo San Gervasio. A seguito di questi episodi, il questore di Padova ha emesso nei suoi confronti un divieto di ritorno nel comune di Padova per quattro anni e un avviso orale.
Il 23 ottobre, al termine dell’udienza di convalida, il giudice ha confermato l’arresto e condannato il giovane a otto mesi di reclusione. Contestualmente, è stato nuovamente accompagnato al CPR di Gradisca d’Isonzo in attesa della valutazione della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Il terzo arresto per spaccio rischia di compromettere definitivamente l’istanza di protezione e di portare al suo allontanamento dal territorio nazionale.
Il quadro normativo dello spaccio di droga in Italia
La normativa italiana, in particolare il DPR 309/1990, disciplina severamente i reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti. La detenzione di droga oltre i limiti considerati per uso personale è presunzione legale di attività di spaccio, con pene che vanno da sei mesi a venti anni di reclusione, a seconda della quantità e del tipo di sostanza (droghe pesanti come cocaina o eroina, e droghe leggere come hashish o marijuana).
La legge prevede inoltre un aggravamento delle pene in casi specifici, quali la cessione a minori, l’uso di armi durante il reato, la presenza in luoghi sensibili come scuole o comunità giovanili, o la commistione delle sostanze con altre per aumentarne la pericolosità.
Nei casi di lieve entità, cioè quando le modalità, quantità e qualità della droga sono limitate, le pene sono più contenute (da sei mesi a cinque anni di reclusione). Tuttavia, anche piccoli quantitativi possono configurare reato penale se accompagnati da elementi di spaccio come la presenza di denaro contante o strumenti per il confezionamento.
Strategie difensive e implicazioni giudiziarie
Le difese in casi di spaccio possono variare e sono spesso personalizzate in base alle circostanze individuali. Alcune strategie prevedono la dimostrazione che la sostanza era per uso personale, anche attraverso esami tossicologici o testimonianze, oppure la richiesta di riti alternativi come la sospensione del procedimento con messa alla prova o i lavori di pubblica utilità.
In presenza di recidiva e di condanne, come nel caso del 25enne arrestato a Padova, il quadro giudiziario si fa più complesso e le possibilità di misure alternative si riducono, spingendo verso l’allontanamento dal territorio nazionale.
Padova, città ricca di storia e cultura, si trova quindi a dover contrastare anche fenomeni di microcriminalità che si manifestano in luoghi simbolo come l’Isola Memmia, confermando l’importanza di un intervento costante e coordinato delle forze dell’ordine e delle istituzioni per garantire sicurezza e legalità nel centro urbano.
