Caos intorno a Jannik Sinner: famiglia, fidanzata e un segreto che trapela dal torneo di Vienna

Jannik e Cahill

Jannik e Cahill. Fonte foto www.wikipedia.org ed account ufficiale Instagram @ lailahasanovic-battisteropadova.it

Lorenzo Fogli

Ottobre 25, 2025

Dopo le polemiche sulla Coppa Davis, Jannik Sinner si isola a Vienna dove ritrova la calma, la famiglia e la fidanzata Laila Hasanovic. Intanto prepara l’assalto alle Finals.

Nel silenzio elegante dei palazzetti austriaci, Jannik Sinner sorride. È tornato nel suo habitat naturale, il veloce indoor, dove la palla schizza via come il suo gioco pulito e geometrico. A Vienna, il 23enne di San Candido sembra di nuovo nel pieno del controllo: concentrato, sereno, circondato dalle persone che contano.
Sul campo ha appena liquidato il tedesco Daniel Altmaier con un perentorio 6-0, 6-2 in 58 minuti, lasciando all’avversario solo quattro punti al servizio. Fuoco, precisione e leggerezza. «Nel primo set mi è riuscito tutto, poi ho provato un po’ di cose», racconta con il tono tranquillo di chi sa di avere il mondo sotto controllo.

La famiglia e Laila, il cerchio che si chiude

A guardarlo dagli spalti ci sono mamma Siglinde e papà Hanspeter, arrivati da Sesto Pusteria in auto. C’è anche lei, per la prima volta in pubblico, Laila Hasanovic, la modella danese che da mesi accompagna Sinner nel suo viaggio dentro e fuori i campi. È la ragazza che compare come salvaschermo del suo cellulare, e ora anche nel suo quotidiano.

Jannik
Jannik Sinner. Fonte foto www.wikipedia.org-battisteropadova.it


«Se intorno ho chi mi ama, mi sento più forte e leggero», confessa il campione. Ed è così che, mentre in Italia si discute della sua assenza dalla Coppa Davis, lui preferisce concentrarsi su quello che conta: la propria crescita, la serenità, il tennis. Le polemiche non scavalcano le Alpi, restano lontane dalla “bolla sinneriana”, dove regna la calma dei forti.

Vienna gli restituisce equilibrio. Il soggiorno in un albergo del centro, i pranzi in famiglia, i momenti condivisi con Laila e la possibilità di lottare per un nuovo titolo Atp 500: tutto contribuisce a cementare la fiducia di Sinner. «Ho fatto le scelte giuste per me e per la mia carriera», ha dichiarato, con la consapevolezza di chi sa di aver imboccato la strada corretta.

La rivincita dopo Altmaier e la corsa verso Torino

C’è un dettaglio simbolico che dà un senso di chiusura al cerchio. Fu proprio Altmaier, lo scorso anno al Roland Garros, a infliggere a Sinner una sconfitta che avrebbe segnato un punto di svolta tecnico nella sua carriera. Dopo quel ko, l’altoatesino approfittò del tempo libero per modificare il movimento del servizio, passando da foot back a foot up: un cambiamento che avrebbe poi alzato le percentuali fino ai livelli stellari visti a Riad e oggi in Austria.

Ora la missione è chiara: tornare ai livelli di ingiocabilità del 2023 e del 2024, perfezionando la transizione sul veloce indoor in vista delle Atp Finals di Torino.
Il torneo dei migliori otto del mondo resta il suo vero obiettivo: lì, davanti al pubblico italiano, Sinner difenderà il titolo conquistato lo scorso anno, in quello che potrebbe diventare il definitivo atto di consacrazione.

A Vienna oggi affronta Alexander Bublik, e poi, forse, l’ennesimo derby tricolore con Flavio Cobolli. Le sue partite, ormai, somigliano a esercizi di stile: fredde, lucide, quasi chirurgiche. Come se ogni punto fosse un pezzo di un mosaico più grande, costruito per arrivare pronto a Torino, dove l’attende Carlos Alcaraz, il rivale naturale, l’altra metà del binomio che ha cambiato il tennis moderno: Sinner-Alcaraz, un marchio globale.

Il ritorno di Cahill e la serenità ritrovata

A completare il quadro, un volto familiare in panchina. Darren Cahill, il coach australiano che Sinner definisce “un secondo padre”, è tornato accanto a lui dopo la parentesi americana.
Dopo la sconfitta con Alcaraz agli Us Open, i due si erano presi una pausa, ma ora la sintonia è tornata più forte di prima. «Darren ha famiglia, ma mi mette sempre al primo posto. È troppo importante per me», racconta Jannik. La loro intesa, fatta di stima reciproca e metodo, è una delle chiavi del successo sinneriano: un rapporto professionale che si regge su equilibrio e rispetto.

Il tecnico lo seguirà fino a fine stagione, e Sinner spera di convincerlo a restare stabilmente nel team, magari con un calendario ridotto. Una scelta che confermerebbe la voglia di continuità in un progetto tecnico ormai maturo.

Intanto, l’aria di Vienna resta dolce. Gli appassionati italiani accorrono in tribuna, il pubblico austriaco lo acclama con affetto, e lui — il ragazzo riservato che a 23 anni porta sulle spalle la speranza del tennis italiano — continua a giocare con lo stesso sorriso di sempre, quello che sfiora appena le labbra ma illumina tutto.

Sinner è tornato dove si sente più a casa: in campo, sotto le luci di un palazzetto, con la testa libera e la racchetta che canta. La corsa verso Torino è ufficialmente iniziata, e l’impressione è che Jannik non stia solo giocando un torneo: stia scrivendo un altro capitolo della sua storia, con calma, precisione e la naturalezza dei grandi che non devono più dimostrare nulla.