La verità che nessuno dice sui bonus 2026: chi guadagna davvero e chi resta fuori

2026

Con la manovra attuata, nel 2026 vedremo un incremento nei pagamenti-battisteropadova.it

Lorenzo Fogli

Ottobre 26, 2025

Il governo rifinanzia i soliti aiuti — dal bonus mamme alla carta “Dedicata a te” — ma resta lontano una vera politica strutturale per natalità e casa.

La Legge di Bilancio 2026 conferma la linea della continuità: pochi fondi, molti bonus e nessuna vera riforma strutturale per affrontare il problema della denatalità. Mentre la premier Giorgia Meloni definisce la manovra “seria ed equilibrata”, i numeri raccontano una realtà diversa. Aumentano di appena 1,6 miliardi di euro gli stanziamenti per le famiglie, che diventano 3,5 miliardi nel triennio, ma si tratta in larga parte di proroghe di misure già esistenti. Dunque, ancora una volta, si punta su incentivi frammentati più che su interventi di lungo respiro.

La Cgil ha commentato duramente: “Serve una politica strutturale, non una pioggia di bonus che non cambia il futuro delle famiglie italiane”. E a giudicare dai dati Istat, la situazione resta critica: nascite ai minimi storici e popolazione sempre più anziana.

Bonus mamme, congedi e Isee più leggero

Il bonus mamme lavoratrici, al centro della comunicazione del governo, aumenta da 40 a 60 euro al mese. Una cifra che resta simbolica: “più immagine che impatto reale”, osservano i sindacati. L’incentivo continuerà a spettare alle madri con almeno due figli e redditi fino a 40.000 euro, fino ai 10 anni del figlio più piccolo o ai 18 anni se i figli sono tre o più.

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Nonostante le promesse iniziali di un raddoppio, la misura resta una proroga, al suo terzo anno consecutivo, con le stesse criticità gestionali: nel 2024 molte lavoratrici avevano atteso mesi per ricevere i fondi.

Viene invece confermata la riforma dell’Isee, che renderà più semplice accedere ai sussidi. Dal nuovo calcolo sarà esclusa la prima casa fino a 91.500 euro di valore catastale, e verranno introdotti nuovi coefficienti di equivalenza per le famiglie numerose: +0,1 per due figli, +0,25 per tre, +0,40 per quattro e +0,55 per cinque o più.

Rifinanziate le misure sociali: “Dedicata a te” e assegni familiari

Tra le misure rifinanziate torna la Carta “Dedicata a te”, la social card per le famiglie con redditi fino a 15.000 euro e almeno tre componenti. Il fondo riceve 500 milioni di euro, garantendo 500 euro a 1,1 milioni di nuclei familiari. Il contributo, gestito da Inps e Comuni, potrà essere speso solo per beni alimentari di prima necessità, senza possibilità di prelievo in contanti.

Confermati anche l’Assegno unico, il contributo per l’asilo nido e il bonus nuovi nati da 1.000 euro una tantum. Misure ormai strutturali, ma lontane dal compensare il costo crescente dell’infanzia. L’unico vantaggio concreto potrebbe arrivare dall’Isee più leggero, che permetterà a più famiglie di accedere a questi aiuti.

Bonus casa prorogati, ma stop al Superbonus

Sul fronte abitativo, la manovra conferma il pacchetto bonus casa per il 2026, mantenendo la detrazione del 50% per le ristrutturazioni fino a 96.000 euro di spesa, con rimborso in 10 anni. Restano anche il bonus mobili ed elettrodomestici, con un limite di 5.000 euro, e la detrazione del 36% per gli altri immobili.
Dal 2027, però, la detrazione tornerà automaticamente al 36%, segnando la fine dell’attuale regime agevolato.

Il Superbonus, invece, esce di scena: nessuna proroga, così come per il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, anche se il governo lascia aperta la possibilità di un ripensamento “nelle prossime settimane”.

Famiglia e natalità, il nodo irrisolto

La denatalità resta il vero buco nero della manovra. Nel 2024 l’Italia ha registrato un nuovo minimo storico di nascite, e secondo le stime dell’Istat, nel 2050 il Paese potrebbe perdere oltre 5 milioni di abitanti.
Nonostante gli annunci, la Manovra 2026 non introduce nuove misure strutturali per incentivare la natalità, limitandosi a rifinanziare i bonus esistenti. Nessuna riduzione significativa del cuneo fiscale per chi assume madri o padri lavoratori, nessun piano per l’ampliamento degli asili nido o la conciliazione vita-lavoro.

La premier Meloni parla di “coerenza e responsabilità”, ma la realtà economica dice altro: gli incentivi restano temporanei, i problemi permanenti.

L’Italia, secondo gli esperti, continua a trattare la questione familiare come una serie di interventi d’emergenza, senza una visione a lungo termine. E mentre i bonus si moltiplicano, il futuro del Paese si restringe.