Maxi processo a Padova: 90 imputati, chieste condanne per oltre 200 anni

Maxi processo a Padova: 90 imputati, chieste condanne per oltre 200 anni

Maxi processo a Padova: 90 imputati, chieste condanne per oltre 200 anni

Redazione

Ottobre 30, 2025

Padova, 30 ottobre 2025 – È ormai imminente la sentenza di primo grado nel processo che vede coinvolti novanta imputati nell’ambito di una delle più imponenti frodi fiscali che ha scosso il territorio padovano a partire dal 2015. Le richieste di pena avanzate dalla Procura di Padova superano complessivamente i 200 anni di reclusione, a testimonianza della gravità del sistema illecito smascherato. Le difese degli imputati si esprimeranno nelle udienze del 20 e 28 novembre, mentre la sentenza è attesa per il 12 dicembre.

Il sistema fraudolento e i protagonisti del caso di Padova

Al centro dell’inchiesta vi è un complesso meccanismo basato su società fantasma, conti esteri e fatture false, utilizzato per evadere milioni di euro di IVA. Il fulcro operativo era un immobile di via Savelli a Padova, da cui si orchestrava l’intera rete. Tra i principali imputati figurano Massimo Carraro e Salvatore Lazzarin, ritenuti i principali artefici di questa organizzazione. Carraro, noto imprenditore e politico con alle spalle un mandato come europarlamentare dal 1999 al 2004 e una candidatura a presidente della Regione Veneto nel 2005, è accusato di aver contribuito alla gestione della frode, insieme a Lazzarin, che avrebbe curato la parte contabile e logistica.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza fin dal 2015, hanno portato a un’ampia operazione con decine di arresti e perquisizioni che hanno coinvolto anche regioni limitrofe e paesi dell’Est Europa, in particolare la Slovacchia, dove parte dei fondi veniva occultata e poi reinserita nel circuito economico italiano.

Le accuse e le richieste di condanna

Il pubblico ministero Emma Ferrero ha chiesto condanne severe non solo per Carraro e Lazzarin, ma anche per una vasta rete di collaboratori e consulenti che hanno facilitato l’emissione di fatture inesistenti e l’occultamento dei ricavi. La frode ha causato un danno patrimoniale rilevante allo Stato italiano, con un’evasione fiscale quantificata in milioni di euro.

Parallelamente, Carraro, Lazzarin e un terzo amministratore sono imputati anche nel processo per bancarotta fraudolenta e evasione fiscale legata alla società Reform Plast Srl di Vigonovo, con un’evasione stimata superiore a 7 milioni e mezzo di euro. In tale contesto, emergono anche accuse di corruzione, con episodi di mazzette versate a funzionari della Guardia di Finanza per ostacolare le verifiche fiscali.

Il procedimento giudiziario rappresenta uno dei capitoli più rilevanti della giustizia economica veneta, con un impatto significativo su imprenditori e istituzioni locali. La sentenza del 12 dicembre sarà dunque un momento cruciale per definire responsabilità e pene relative a questa vasta rete di frodi e reati fiscali.