Padova, 1 novembre 2025 – Il numero di pensionati nella provincia di Padova supera ormai quota 240mila, confermando una tendenza in crescita che incide significativamente sulla spesa previdenziale locale. I dati più recenti, relativi alla fine del 2024 e resi noti nel Rendiconto Sociale Provinciale dell’INPS, evidenziano come la spesa per le pensioni stia aumentando più rapidamente dell’inflazione, con importanti ripercussioni sull’economia e sul tessuto sociale della zona.
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Crescita dei pensionati e impatto economico nel Padovano
Sono esattamente 240.308 le persone, di cui il 52% donne e il 48% uomini, che percepiscono almeno un assegno pensionistico. L’INPS eroga mensilmente poco più di 270mila pensioni, poiché molti pensionati ricevono più di un tipo di assegno. La spesa complessiva nel 2024 ha superato i 4,7 miliardi di euro, con un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente, e un aumento medio degli importi pensionistici dal 2023 al 2024 pari al 2,8%, superiore all’inflazione registrata al 2,5%. Questo significa un pieno recupero del potere d’acquisto nonostante il contesto economico inflazionistico.
Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Ascom Padova, sottolinea che questa spesa rappresenta circa l’11% del PIL provinciale e oltre il 17% del reddito disponibile delle famiglie locali, evidenziando il ruolo centrale delle pensioni nel sostenere l’economia del territorio, soprattutto nel settore commerciale e terziario, maggiormente impiegato nella provincia.

Dettaglio delle pensioni per categoria lavorativa
Nel dettaglio, sono 109.697 le pensioni per lavoratori dipendenti, con un assegno medio di 1.070 euro e una spesa complessiva di circa 1,4 miliardi di euro. Seguono i 45.711 pensionati del pubblico impiego, con assegni più elevati in media (1.920 euro), per un totale di 1,05 miliardi. I lavoratori autonomi percepiscono assegni medi di circa 850 euro (92.023 pensioni per un impegno di circa 940 milioni), mentre i parasubordinati e altre categorie più ridotte (23.583 pensioni) si attestano su un assegno medio inferiore agli 800 euro.
Bertin evidenzia come la differenza numerica tra lavoratori dipendenti e autonomi sia modesta e riflette una tradizione imprenditoriale diffusa nel territorio, ora in fase di rallentamento a causa di un progressivo mancato ricambio generazionale e della denatalità che inizia a farsi sentire.
Sul fronte sociale, si registra una crescente tensione generazionale. Secondo studi recenti, quasi un giovane su due si dichiara contrario a sostenere le pensioni degli anziani, a causa delle aspettative di assegni più bassi derivanti dal sistema contributivo e dall’innalzamento dell’età pensionabile. Bertin invita a una maggiore consapevolezza da parte delle nuove generazioni riguardo al sistema previdenziale e all’importanza di forme integrative, anche se ammette che a 25-30 anni è difficile proiettarsi nel proprio futuro da pensionati.
Questi dati si collocano in un contesto provinciale che vede Padova come un centro culturale ed economico di rilievo nel Veneto, con una popolazione residente di circa 208mila abitanti e un’economia che, nonostante le sfide demografiche, continua a beneficiare dell’apporto significativo delle pensioni nella spesa delle famiglie.
