Dal cedimento di un lato del volto alla perdita dell’equilibrio: i sei sintomi da riconoscere subito secondo l’Istituto Superiore di Sanità
Ogni anno, circa 15 milioni di persone nel mondo vengono colpite da un ictus cerebrale, un evento neurologico che, purtroppo, in molti casi lascia conseguenze gravi e permanenti. Anche dove la medicina è all’avanguardia, oltre il 60% dei pazienti muore o subisce disabilità importanti. Di fronte a questi numeri, una sola cosa può fare davvero la differenza: riconoscere tempestivamente i segnali iniziali e chiamare subito i soccorsi.
L’ictus è provocato da un’interruzione del flusso di sangue al cervello. Quando il problema è un’ostruzione di un’arteria, si parla di ictus ischemico, che è anche la forma più frequente. Se invece si verifica la rottura di un vaso sanguigno, si ha un ictus emorragico, più raro ma spesso molto più grave. Entrambe le situazioni richiedono un intervento urgente, perché ogni minuto conta: più passa il tempo, maggiori sono i danni neurologici.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, esistono sei segnali chiari che possono indicare un ictus in corso. Anche se alcuni sembrano banali o passeggeri, non vanno mai sottovalutati.
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I sintomi da riconoscere: il corpo manda segnali improvvisi e precisi
Il primo segnale da tenere d’occhio è la perdita improvvisa di forza o sensibilità in un braccio, una gamba o al viso, spesso su un solo lato del corpo. In alcuni casi si nota un vero e proprio cedimento facciale, come un angolo della bocca che scende, oppure una gamba che si trascina. Questo indica che una parte del cervello non sta ricevendo sangue a sufficienza.
Un altro segnale frequente è la difficoltà improvvisa a parlare o comprendere il linguaggio. Si può iniziare a balbettare, dire frasi senza senso, o addirittura non riuscire a trovare le parole. Anche se il sintomo dura solo pochi minuti, va considerato un campanello d’allarme: è possibile che l’area del cervello che gestisce la parola stia soffrendo.

Anche la vista può cambiare improvvisamente. Un calo della visione da un occhio, una visione doppia, o l’impressione di vedere ombre o macchie nere devono far sospettare un disturbo vascolare, magari a livello della retina o dei centri visivi del cervello.
Tra i segnali più subdoli c’è la perdita dell’equilibrio, l’instabilità nei movimenti, o la difficoltà a camminare drittisenza apparente motivo. Se una persona sembra confusa, barcolla o ha problemi a restare in piedi, potrebbe esserci un coinvolgimento del cervelletto, che regola proprio il controllo del corpo.
Molto allarmante è anche un mal di testa violento e improvviso, senza una causa apparente. Un dolore così forte da costringere a fermarsi, spesso associato a nausea, vomito o perdita di coscienza, può indicare un’emorragia cerebrale.
Infine, ci sono casi in cui l’ictus si presenta con sintomi meno evidenti ma ugualmente pericolosi: disorientamento, confusione mentale, o una perdita improvvisa di coscienza.
Come comportarsi quando si sospetta un ictus: ogni minuto è decisivo
Quando si manifesta anche uno solo di questi sintomi, non bisogna mai aspettare di “vedere se passa”. La prima cosa da fare è chiamare subito il 112 o il 118, specificando chiaramente che si sospetta un ictus. L’intervento dei soccorsi deve essere il più rapido possibile: prima arriva il trattamento, maggiore è la possibilità di evitare danni gravi.
In attesa dell’ambulanza, è fondamentale non lasciare sola la persona, mantenerla tranquilla, non farla muovere, e se possibile tenerla in posizione comoda, leggermente sollevata se è cosciente. Mai somministrare cibo, acqua o farmaci, perché la capacità di deglutizione potrebbe essere compromessa e aumentare il rischio di soffocamento.
Se la persona perde conoscenza, bisogna controllare il respiro e prepararsi, se necessario, ad avviare le manovre di rianimazione. Anche chi non è esperto può salvare una vita solo mantenendo aperte le vie aeree in attesa del personale sanitario.
Molte campagne informative hanno cercato di semplificare la memorizzazione dei segnali di ictus. In alcuni paesi si usa l’acronimo FAST (Face, Arms, Speech, Time), per ricordare: volto, braccia, linguaggio e tempo. Se qualcosa non va in uno di questi punti, il tempo è fondamentale.
Prevenire l’ictus resta la strategia migliore. I fattori di rischio più comuni – ipertensione, fibrillazione atriale, colesterolo alto, diabete, fumo – devono essere monitorati con regolarità, anche nei soggetti giovani. Ma se l’evento si verifica, è solo la velocità della reazione a decidere se si potrà tornare a vivere normalmente.
