Padova, 12 novembre 2025 – Una nuova attenzione scientifica è stata rivolta a un prezioso oggetto conservato nel Museo Diocesano di Padova: l’eccezionale calamaio bizantino in argento dorato, datato al X secolo e proveniente da Costantinopoli. Questo raro manufatto, giunto a Padova nel Quattrocento e parte integrante del tesoro della Cattedrale, è stato recentemente oggetto di un approfondito studio interdisciplinare coordinato dalla prof.ssa Valentina Cantone e dal prof. Niccolò Zorzi, entrambi docenti dell’Università di Padova, in collaborazione con il laboratorio Digital Cultural Heritage dell’ateneo patavino.
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Il calamaio bizantino: storia e caratteristiche artistiche
L’calamaio bizantino rappresenta uno dei più importanti esempi di oreficeria altomedievale proveniente dall’Impero di Bisanzio. Realizzato con tecniche di sbalzo e cesello, il contenitore in argento dorato è decorato con iconografie e motivi di grande valore artistico e simbolico, che riflettono la ricchezza culturale e religiosa dell’epoca. La sua provenienza da Costantinopoli e il successivo arrivo a Padova nel Quattrocento testimoniano le intense relazioni culturali e commerciali tra l’Italia e il mondo bizantino.
Lo studio interdisciplinare e la conferenza di presentazione
Il progetto di ricerca, promosso dal Dipartimento dei Beni Culturali e dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, ha unito competenze storiche, artistiche e tecnologiche grazie al coinvolgimento del laboratorio Digital Cultural Heritage. La prof.ssa Valentina Cantone, esperta di storia dell’arte bizantina, e il prof. Niccolò Zorzi, filologo e storico bizantino di fama internazionale nonché presidente dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini, hanno guidato un team che ha analizzato l’oggetto sotto molteplici punti di vista, dal contesto storico all’interpretazione iconografica, fino all’innovazione tecnologica applicata alla sua fruizione.
L’esito del lavoro sarà illustrato nel corso della conferenza pubblica in programma sabato 15 novembre alle ore 10:30 presso la Sala del Collegio Sacro nel Palazzo Vescovile di Padova, in Piazza Duomo 12. In tale occasione sarà esposta anche una replica in scala 2:1 realizzata con una stampante 3D, uno strumento innovativo che consente alle persone cieche e ipovedenti di esplorare tatticamente il calamaio, entrando in contatto con le dettagliate immagini e i simboli che ne arricchiscono la superficie.
Rilevanza accademica e innovazione digitale
L’approccio multidisciplinare adottato nel progetto riflette il crescente interesse per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale attraverso le nuove tecnologie digitali. La collaborazione tra arte, filologia e digital heritage ha permesso di ampliare la conoscenza di un oggetto unico, rendendolo accessibile anche a un pubblico con disabilità visive e offrendo nuovi spunti di ricerca sulla circolazione culturale tra Bisanzio e l’Italia medievale.
Il profilo accademico della prof.ssa Valentina Cantone sottolinea la sua autorevolezza nel campo della storia dell’arte bizantina, con un curriculum ricco di studi, premi e pubblicazioni internazionali. Il prof. Niccolò Zorzi, dal canto suo, è un punto di riferimento nella filologia bizantina e nella storia culturale del Mediterraneo, con un’intensa attività scientifica che spazia dalla paleografia alla circolazione dei manoscritti greci in Occidente.
Per ulteriori dettagli e aggiornamenti sull’evento e sul progetto di ricerca, è possibile consultare il sito ufficiale del Museo Diocesano di Padova.
